La terza Carovana per i Diritti dei Migranti, per la Dignità e la Giustizia
Italia, 13 – 28 maggio 2017
con la Caravana de Madres Centroamericanas – Doce años de Lucha y Esperanza – e il Movimiento Migrante Mesoamericano
Aggiornamento del 30 aprile 2017
Un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo, né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati…(Ryszard Kapuściński )
La degradación institucional que México ha vivido en los últimos años comenzó a detectarse en aquella frontera. En los años noventa del siglo anterior, advertí que si no se controlaba el desastre juarense, el problema se extendería. Le llamé el riesgo de «fronterizar» el país. Por desgracia, mi diagnóstico se cumplió. Ahora, casi todo México es Ciudad Juárez. (Sergio González Rodríguez, El cuaderno, settembre 2014 )
IL PROGRAMMA
Le tappe sono definitive, ma sono tante le associazioni che ci accompagnano e che incontreremo; modificheremo mano a mano, con maggiori dettagli, il passaggio della Carovana. Quest’anno cercheremo di fare iniziative all’aperto e per questo portiamo con noi tutto il necessario per suonare e proiettare video. Quanti ci leggono e ci accoglieranno nelle prossime settimane si sentano in dovere di rettificare le cose scritte e di aggiungerne di nuove. Cercheremo di far parlare più di voi, che incontreremo lungo la strada, che di noi.
Sabato 13 maggio Milano, Trezzano sul Naviglio (dalle 12,00 alle 23,00); Domenica 14 maggio Brescia (dalle 10,00 alle 23,00); Lunedì 15 maggio Bergamo ( dalle ore 10,00 alle 23,00); Martedì 16 maggio Mondeggi (Fi) (dalle ore 12,00 alle 23,00); Mercoledì 17 maggio Roma (dalle 15,00 alle 23,00); Giovedì 18 maggio, Roma (dalle 08,00 alle 12,00), Casal di Principe, Caivano (Na) ( dalle 15,00 alle 23,00); Venerdì 19 maggio Casal di Principe, Caivano (Na) (dalle 08,00 alle 13,00) Cosenza (dalle 19,00 alle 23,00); Sabato 20 maggio Cosenza (dalle 8,00 alle 12,00),Rosarno (Rc) (dalle 17,00 alle 23,00); Domenica 21 maggio Rosarno (Rc) (dalle 8,00 alle 11,00) Augusta, Siracusa (dalle 17,00 alle 23,00); Lunedì 22 maggio Vittoria (Rg) (dalle 14,00 alle 23,00); Martedì 23 maggio Niscemi (Cl) (dalle 13,00 alle 23,00); Mercoledì 24 maggio Palermo (dalle ore 15,00 alle 23,00); Giovedì 25 maggio Palermo (dalle 08,00 alle 13,00) Catania ( dalle 18,00 alle 23,00); Venerdì 26 maggio/Sabato 27 maggio Catania, tutto il giorno alle iniziative del Controvertice che si concludono Domenica 28 maggio in mattinata.
La Carovana farà la sua prima tappa a Milano il prossimo 13 maggio
In realtà partiremo prima. Una data non c’è, perché crediamo di non esserci mai fermati. Se proprio vogliamo trovarne una diciamo che siamo partiti qualche settimana fa quando abbiamo incontrato, insieme a tanti altri, il Cacique Ladio Veron, leader indigeno Guarani-Kaiowa del Mato Grosso do Sul, Brasile.[1]
Un popolo a cui vengono sistematicamente rubate le terre a cui non si concede neanche la possibilità di migrare perché uccisi senza pietà dai latifondisti, dalle multinazionali dell’agroindustria e della soia transgenica. In questa battaglia impari abbiamo trovato il senso, la riprova, di questa nuova Carovana.
La storia che porteremo con noi racconta di popoli costretti ad abbandonare le proprie terre, a rinunciare alle proprie acque, accerchiati dalla desertificazione, assediati dalle carestie e dai nostri veleni. I migranti ambientali sono forse la fetta più consistente di quanti fuggono dai loro paesi, dal cono sud americano, dal Centroamerica al confine con gli Stati Uniti, dall’Africa al Mediterraneo, dall’Oriente ai BalcanI. Per questo accompagnerà la Carovana il documentario di Pablo Ernesto Piovano, premiato al Festival Cinematografico dei Diritti Umani di Buenos Aires. El costo humano de los agrotoxicos, denuncia la Monsanto, e l’uso criminale del glifosato che sta “uccidendo l’Argentina”. Le sue immagini sono parte probatoria nel processo dell’Aja. Qui, il 19 aprile scorso, il parere della Corte internazionale del Tribunale Monsanto ha sentenziato che “l ’attività dell’azienda è risultata a tutti gli effetti lesiva dei diritti fondamentali” [2]
La denuncia che diventa resistenza, l’utopia di pochi a volte producono straordinari movimenti di popoli e di cambiamento. Questo filo ci porta il 6 maggio, con qualche giorno di anticipo sulla partenza ufficiale, a salire a Paraloup. In Valle Stura, invitati dalla Fondazione Nuto Revelli, in quella borgata che fu la sede della prima banda partigiana di “Giustizia e Libertà”. Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco e lo stesso Nuto trovarono riparo. Oggi luogo della riscoperta della montagna, di un nuovo abitare e coltivare insegna alle giovani generazioni una via per lo sviluppo sostenibile. [3]
Simbolicamente saranno con noi i nuovi partigiani che accolgono, aiutano e salvano in mare i migranti.
Al centro di una scandalosa campagna diffamatoria, che prepara il clima sociale dei mesi estivi, saranno per noi un riferimento costante per tutto il viaggio. Per tutto ciò che potremo fare, saranno in cima alle azioni della Carovana.
Poi l’ 11 maggio saremo in Val di Susa con il movimento NoTav, che continua, dopo venti anni di resistenza a difendere la propria valle, contro lo spreco e la devastazione perché se ne vadano i colonizzatori e non le proprie genti. [4]
In Clarea, il cantiere del TAV, una ferita aperta nella montagna; davanti allo scempio ambientale e democratico saranno evidenti, agli occhi di Li’ Ki’l, María Toma Toma [A], la nostra testimone guatemalteca, e a Gilberto Reynado, salvadoregno, del villaggio martire di San Francisco Echeverria, [5] le analogie con l’imposizione di dighe, miniere e grandi opere che nei loro paesi costringono un numero sempre crescente di persone a lasciare tutto per tentare la rischiosa avventura verso la frontiera nord.
Il giorno dopo, il 12 maggio, presenteremo alla Libreria Feltrinelli [6] di Porta Nuova a Torino la Carovana, con i primi testimoni, ma soprattutto cominceremo a distribuire la Guida pratica per migranti e rifugiati Welcome to Italy, uno strumento multilingue per difendersi dalle vessazioni della burocrazia, del crimine e della xenofobia. E poi finalmente partiremo.
Quindi sabato 13 maggio a Milano, alla Libera Caserma Montello e poi alla Rimaflow, [7] fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio. Quest’ultima ha come sottotitolo, Reddito, Lavoro, Dignità, Autogestione. La fatica di trovare una strada quando si perde un lavoro, la propria casa o un pezzo di terra con cui sfamarsi portano alla fuga ma anche a forme di autodeterminazione che restituiscono dignità alle persone. Lo stesso spirito creativo che rende viva la Sartoria Sociale Made in Castel Volturno. Volevamo passare da loro, e invece li troviamo a Milano, con noi, per una “sfilata migrante” proprio alla Montello. [8]
Qui ci raggiungeranno Fray Tomás González del Rifugio per persone migranti La72 (Messico) [B] e Imed Soltani, la Terre pour Tous (Tunisia) [C] che viaggeranno con noi fino in Sicilia.
Domenica 14 maggio, saremo a Brescia. Il motivo è semplice; durante la prima Carovana nel 2014 a Caivano (Na) incontrammo le Madri della Terra dei fuochi (le mamme vulcaniche) che ci parlarono di altre mamme (volanti) e di un’altra Terra dei fuochi. A Brescia, ben più vicina a Torino. [9]
La letteratura a riguardo è vasta, la situazione ambientale è decisamente compromessa, ancora una volta nel silenzio dei grandi mezzi di informazione e nell’inefficienza dello Stato. Al sud come al nord
Incontreremo in un presidio le organizzazioni che instancabilmente lottano per denunciare in tutte le sedi, scientifiche, giudiziarie e sociali la devastazione di un territorio e i problemi di salute dei cittadini. Interverremo ad un laboratorio con Terra e Partecipazione (Agricoltura sociale in movimento) [10] che al contrario anima i terreni incolti o abbandonati ridandoli ai cittadini e ricostruendo i saperi contadini in aree troppo presto, e a caro prezzo, rubate all’agricoltura.
Il giorno dopo, Lunedì 15 maggio, saremo a Bergamo dove incontreremo gli studenti dell’Università che da tempo lavorano sul tema degli scomparsi nel Mediterraneo a partire dalla questione dei ragazzi tunisini. Sarà l’occasione per rilanciare l’appello al Presidente della Repubblica “Diteci dove sono!”. [11]
Dalla prima Carovana hanno viaggiato con noi i famigliari dei desaparecidos nel Mediterraneo. Sostengono che i loro figli sono arrivati sulle nostre coste. Non vengono creduti, ma soprattutto non vengono ascoltati ed ora dopo sei anni da quei “presunti sbarchi” una nuova, l’ennesima, Commissione tunisina d’inchiesta ha viaggiato in Italia lo scorso 23 febbraio per incontrare l’incaricato del Governo italiano. I genitori ovviamente non c’erano e nessuno sa cosa si sono detti. Dare una risposta all’angoscia di quelle famiglie non sembra una cosa importante.
Martedì 16 maggio la Carovana arriverà nel primo pomeriggio a Mondeggi, vicino a Firenze; Bene Comune e Fattoria senza Padroni. “Da due anni in custodia permanente, una proprietà pubblica abbandonata a sé stessa, si sta trasformando in un bene comune aperto a tutti (singoli e gruppi) per partecipare ad un futuro diverso”. Ai custodi che la abitano poco importa parlare “delle particelle catastali, di cosa è legale e cosa no” sentono “l’esigenza di mettere in gioco un futuro di differenze”. Con loro condivideremo l’esperienza della prima Università Indigena del Guatemala. Parleremo di autodeterminazione alimentare, e biodiversità, di cultura del territorio come antidoto alle migrazioni. [12]
A Roma, il 17 maggio. Roma Capitale, Mafia Capitale. Dove la magistratura intercettò la celebre espressione “si guadagna di più con l’accoglienza ai migranti che con la droga”.
La Carovana si incontrerà con un gruppo di giovani che in un quartiere periferico e in una vecchia scuola hanno dato vita all’Accademia Popolare dell’Antimafia e dei Diritti. [13] A fine giornata ancora una presentazione della Guida pratica per migranti e rifugiati, Welcome to Italy, presso la libreria Feltrinelli nei pressi di Palazzo Chigi. Nella mattinata successiva proveremo ancora una volta a chiedere un incontro con l’Ambasciatore tunisino in Italia e a consegnare una lettera dei parenti degli scomparsi all’Incaricato italiano per le persone scomparse, Il Prefetto Vittorio Piscitelli,
Poi ancora verso sud per essere il 18 maggio nella Terra dei Fuochi, con la realtà di Nco, [14] che non è quella di Cutolo ma della Nuova Cooperativa Organizzata. Una realtà di “associazioni che mirano a contribuire ad una crescita civile del territorio, sostenuta dalla cultura dell’inclusione e della legalità, attraverso la creazione di un economia sociale sostenibile che crea lavoro dignitoso per le persone in difficoltà”. Li abbiamo conosciuti nelle precedenti Carovane, li ritroveremo a Milano nella prima giornata di viaggio, lavorano nei beni confiscati alla camorra trasformandoli in simboli e risorse di comunità libere. Nel 2014 con loro incontrammo le Madri della Terra dei Fuochi nella complicata realtà di Padre Maurizio Patriciello al Parco Verde di Caivano. Con loro manifestammo, insieme a Padre Alejandro Solalinde, alla Hermana Leticia Gutiérrez, a due madri di ragazzi scomparsi, una honduregna (Rosa Nelly Santos) e una tunisina ( Mounira Chagroui) per dire stop al Biocidio, per il diritto alla salute. Un modo per ribadire che non ci ruberanno la terra e non saremo costretti a fuggire dalle nostre case.
Venerdì 19 maggio arriveremo a Cosenza per incrociare la Cooperativa del commercio equo e solidale Otra Vez. Stabiliremo un ponte con le associazioni che si occupano di accoglienza nel territorio cosentino e che hanno dato vita ad una rete che il mese scorso ha nuovamente organizzato dopo anni di silenzio MensaIn Fiera, tre giornate di festa e impegno “una ricetta di accoglienza dal basso che da Cosenza vuole dimostrare all’Italia intera che tutti insieme possiamo aiutarci a casa nostra ….avvertiamo con forza la necessità di una politica che si proponga di combattere lo sfruttamento di risorse naturali e di esseri umani e così placare i venti di guerra che soffiano sul Mediterraneo. Migrare non è un crimine e non possiamo girare le spalle di fronte al dolore di popoli in fuga.” [15]
Raggiungeremo Rosarno nella giornata di sabato 20 maggio e qui ci accoglieranno i lavoratori di Sos Rosarno presso la tenuta di Terre di Vasía. Con loro andremo alla scuola di prima alfabetizzazione che, insieme al Collettivo Mamadou di Bolzano, stanno organizzando nel ghetto/ tendopoli di San Ferdinando. Scambieremo, incroceremo le voci dei nostri testimoni con i braccianti del campo che sono in prevalenza sub-sahariani. Il Collettivo Mamadou è di Bolzano e da dicembre ha cercato di far partire il corso di alfabetizzazione anche qui nella Piana di Gioia Tauro. Sos Rosarno non ha bisogno di presentazione, li incontrammo durante il primo viaggio di Carovane. Una comune esperienza li lega alla Valle di Susa, alla Rimaflow e al nostro viaggio. [16]
Via, nuovamente, attraverso lo Stretto. In Sicilia. Saranno già arrivati i sette grandi del mondo?
Poco importa. Loro sono pochi. Sette. Nel primo pomeriggio di domenica 21 maggio mentre ci dirigiamo verso Siracusa è d’obbligo sostare al porto di Augusta.
Augusta è il primo porto in Italia per numero di migranti sbarcati. A ridosso del più grande polo industriale d’Europa, tra raffinerie, discariche, basi militari e inceneritori inquinanti, è stata realizzata una tendopoli, blindata e inaccessibile, per la primissima accoglienza di un numero massimo di 700 persone, ma che spesso supera il migliaio. Lontano dal centro abitato, dagli occhi e dal cuore. Così i migranti sono resi invisibili, stipati in un ghetto insalubre e disumanizzante. Qui i migranti sono costretti a vivere per giorni, talvolta per settimane, malgrado la legge vieti il loro trattenimento oltre le 72 ore. Le condizioni sono igienicamente precarie e di totale promiscuità: uomini, donne e minori ammassati in un unico spazio. Senza un’adeguata assistenza umanitaria, sanitaria e legale. Non sorprende, pertanto, il gran numero di migranti, soprattutto minori non accompagnati, che da questo porto si dà alla fuga. Per i minori questo significa, nella maggior parte dei casi, finire nella trappola dei trafficanti di terra e vittime dei circuiti criminali e della prostituzione. Anche ad Augusta, come nei restanti porti siciliani, l’approccio-dispositivo seguito è quello dell’hotspot targato Frontex: una fabbrica di clandestinità, nella quale la tutela dei diritti umani e l’accoglienza degna delle persone cedono il passo a una gestione militare e securitaria del fenomeno migratorio. Reclusi, respinti, sfruttati, invisibili: sono i reduci della Fortezza Europa.
Qui, in un grande hangar costruito appositamente, si trovano il relitto e i corpi del naufragio del 18 aprile 2015; qui è iniziata l’opera di identificazione dei poveri resti recuperati, e qui si misureranno le volontà di un intero Paese, ma soprattutto della sua classe dirigente, nel dare un nome e una famiglia ad ognuno di loro. [17]
In serata un incontro che ripetiamo con grande affetto. Faremo festa nella Parrocchia di Bosco Minniti a Siracusa. Don Carlo D’Antoni accoglie i migranti nella sua chiesa. Dormono tra i banchi, tra colonne di una via Crucis tradizionale e i volti di Martin Luther King, di Che Guevara e John Lennon. Amato da un pezzo dei suoi fedeli, è ostacolato da molti altri per aver denunciato i credenti che sfruttano i migranti. Accusato dalla magistratura per aver favorito l’immigrazione clandestina ( il discorso ritorna come ben sappiamo alle frontiere del nord Italia) e la prostituzione è stato assolto con formula piena e risarcito con 10.800 euro che ha subito impegnato per l’accoglienza. L’esperienza insegna! Ma non a tutti visto che sono continuati senza sosta le intimidazioni e i tentativi per infangare il suo tenace lavoro.
Fray Tomás riconoscerà a Bosco Minniti una Chiesa degli ultimi, un pezzo di Albergue di Tenosique anche a queste latitudini e forse una realtà che non pensava di vedere nel cosiddetto primo Mondo. [18]
A Vittoria arriveremo nel primo pomeriggio del 22 maggio. In tempo per vedere sotto il sole la distesa plastica di serre di uno dei più grandi poli ortofrutticoli europei. Condizioni di lavoro proibitive, ritmi estenuanti e malattie professionali. I primi lavoratori di origine tunisina ad aver lavorato qui avevano ancora i visti di ingresso per le quote di lavoro stagionale ma ora sono tornati al loro paese ricompensati da un’ incidenza di malattie, da esposizione a diversi agenti chimici, impressionante. Al loro posto, invisibili, schiavizzate nei campi e nei “festini agricoli” cinquemila donne dell’Est, oltre a migliaia di migranti che premono per entrare in un circuito infernale. Un grande buco nero, una situazione inspiegabile; non essendoci pressoché forme di caporalato le diverse aziende rispondono a nomi e cognomi precisi sulla quale evidentemente non si vuole far luce. Non ci riescono le meritevoli inchieste giornalistiche, e le poche denunce in Parlamento. [19]
Rimane una presenza viva e coraggiosa di attivisti, di associazioni contro la tratta, di Parrocchie come quella di Don Beniamino o dell’impegno, non solo sindacale, della Camera del Lavoro. Proprio con il Segretario del comparto agroalimentare lo scorso anno girammo per i campi in un pomeriggio primaverile misurando all’interno delle serre temperature di oltre 50 gradi. Ritroveremo queste realtà e con loro
Saremo a Niscemi quando mancherà poco all’arrivo in Sicilia del nuovo Presidente degli Stati Uniti.
Nelle prime ore del pomeriggio del 23 maggio cominceranno a fermarci ai numerosi posti di blocco di un territorio completamente militarizzato. Lo è da quando, in territorio italiano e in una sughereta unica e bellissima, è stata costruita una delle più imponenti installazioni militari del pianeta. Il Muos, una delle quattro stazioni di terra del sistema di comunicazione militare USA.
Gli attivisti che si battono anche con mezzi legali a questo scempio ambientale, non riescono a fermare le potenti e nocive emissioni elettromagnetiche che danneggiano la salute e l’economia agricola della zona. “Con l’attivazione del MUOS la potenza dell’apparato di comunicazioni statunitensi è arrivata alla sua massima potenza; ogni azione, ogni attacco, ogni guerra viene gestita tramite questo apparato, compreso l’uso dei droni a scopi militari nelle missioni di guerra. L’attacco missilistico alla Siria ci mostra come i venti di guerra spirino sempre più forti e come l’Italia, e la Sicilia in primo luogo, siano pedine essenziali in questo gioco pericoloso che rischia di infiammare l’intero pianeta”
Questo dicono i Comitati NoMuos e su questo ci confronteremo alla vigilia dell’importante incontro tra i potenti della Terra. [20] Inutile ricordare che il tema della guerra è strettamente legato a quello delle migrazioni. Il nostro paese, anche con le sue aziende di stato, importa armi in diverse parti del mondo, alimentando così decine di guerre in regioni dalle quali le popolazioni fuggono disperate. Queste, come le antenne nordamericane in territorio italiano, sono contraddizioni vere che rimangono nascoste ai benpensanti soprattutto quando le becere propagande xenofobe parlano “di aiutare i migranti a casa loro” per non sprecare denaro pubblico.
Il 24 maggio arriveremo a Palermo da dove ripartiremo, non prima di aver partecipato ad una assemblea studentesca, alla volta di Catania nel primo pomeriggio del 25.
Attraverseremo Palermo dal Centro Sociale Occupato Montevergine fino a Piazza Mediterraneo ( la piazza di Ballarò riqualificata dai volontari e sede di Mediterraneo antirazzista) dove ci sarà una cena sociale con musica e proiezioni. Il prefetto del capoluogo siciliano ha affermato che “Il nuovo hotspot di Palermo sarà una struttura ‘leggera’ in grado di ospitare un piccolo numero di migranti ma anche di sgravare il commissariato San Lorenzo che si occupa della identificazione e dello smistamento dei migranti che approdano a Palermo”. L’opposizione a questo disegno è ben chiaro tra i gruppi che incontreremo e intorno a questo tema costruiremo parte della permanenza palermitana [21]
Il 25 maggio sera saremo a Catania dove ci fermeremo fino al 28. Qui parteciperemo a tutte le iniziative contro il G7 di Taormina. Il calendario è fittissimo e in continuo aggiornamento. Per ora sono confermate queste iniziative: il 26 maggio, alle ore 10 conferenza stampa a Giardini in piazza Municipio;
alle ore 14:30 a Catania inizia il Controvertice dei Popoli con tavoli tematici su guerra, immigrazione, lavoro, ambiente, agricoltura e poi serata No Frontex in piazza Castello Ursino;
il 27 maggio, in mattinata riprenderanno i lavori del controvertice per concludersi prima del Corteo previsto alle ore 15 da Recanati-Giardini. Nella mattinata di domenica si concluderanno le giornate No G7 a Catania.
[22]
Viaggiano con noi:
[A] Li’ki’l, il cui nome spagnolo è Maria Toma, Toma è una giovane leader guatemalteca di etnia Maya Ixil, una delle popolazioni native che da oltre 500 anni resiste alla colonizzazione mantenendo lingua, cultura e cosmo-visione e per questo fu una delle più colpite dal genocidio degli anni ’80.Tra molte, due sono le caratteristiche che distinguono queste etnie dalle nostre società: l’animismo,che considera l’essere umano parte della Madre Terra che essendo sacra non può essere contaminata né venduta, così come nessun uomo potrà mai erigersi a suo proprietario. Per questo viene difesa a rischio della vita per preservarla per le generazioni future.Il secondo elemento che li distingue è il senso di comunità in forte contrasto con l’ individualismo esasperato della nostra società. Li’ki’l si è laureata all’ Università Ixil, la prima università indigena del Guatemala, con una tesi sulla sovranità alimentare e la difesa del territorio, rivalutando i saperi ancestrali e lavorando attivamente per la comunità . Il sistema educativo di questa Università è finalizzato infatti al miglioramento delle condizioni di vita di tutti. Li’ki’l coordina il lavoro, su questi temi, con le donne di dieci villaggi . Questo popolo ha costruito nel vuoto lasciato dallo Stato,un potere parallelo con propri Sindaci al posto di quelli corrotti, una giustizia e un’ economia alternativa a beneficio di tutti,nonostante la lotta contro le multinazionali costi repressione e vittime.
( https://www.youtube.com/watch?v=aHuHc8CC-m8 )
[B] Fray Tomás González Castillo. Confine sud messicano, Stato di Tabasco nella piccola città di Tenosique. Il confine con il Guatemala è a sessanta chilometri. In questa zona, in condizioni già disperate, tentano di attraversare la frontiera un gran numero di migranti provenienti dal Centroamerica. Qui è nata La 72 una casa di accoglienza per persone migranti. Per Persone, tengono a dire! A La 72 le Persone migranti trovano pane e un letto per dormire, ma non solo. La 72, al femminile.
Qui, incontrano un abbraccio solidario e materno, un luogo dove le donne danno alla luce i propri figli e dove il sogno di una vita migliore incomincia a realizzarsi. Trovano i Padri Francescani, e volontari da ogni parte del mondo. Il contrario di quanto capitò a 72 migranti centroamericani nel 2011 a San Fernando, nel nord del Messico. Sequestrati, torturati e infine gettati in una fossa comune
A La72, trovano Fray Tomás. Anche lui francescano, osteggiato quotidianamente dal Governo locale e Federale, minacciato più volte di morte dal crimine organizzato in quell’intreccio perverso tra poteri legali e criminali. Ha ricevuto premi in diverse parti del mondo ma a lui non bastano.
Fray Tomas, non si piega e continua a resistere con i suoi fratelli e le sue sorelle e con coraggio continua a camminare con i migranti.
A Pasqua ha nuovamente attraversato con loro la frontiera vicino a La72. E’ l’ennesima Via Crucis Migrante, che proprio nella Settimana Santa di fronte agli uffici dell’Immigrazione (INM) di El Ceibo, tra il Guatemala e il Messico, ha chiesto la concessione del rifugio per migranti che fuggono da morte certa in El Salvador e Honduras.
(https://www.youtube.com/watch?v=HFL9vUBrztM)
[C] Imed Soltani. E’ il rappresentante dell’associazione tunisina “La terre pour tous” che da cinque anni rappresenta le madri di 504 ragazzi dispersi durante il viaggio migratorio verso l’Italia e le supporta nella loro ricerca, nel tentativo di ritrovarli o di conoscere la verità sulla loro sorte. Si tratta di persone svanite nel nulla dopo l’approdo sulle nostre coste, e sul cui arrivo in Italia esistono evidenze tratte da fotografie e riprese video.Il lavoro di Imed e dell’associazione consiste nel facilitare il dialogo non sempre facile tra le famiglie e le istituzioni tunisine e italiane, e nel tentativo di costruire una rete di solidarietà capace di connettere tutte le realtà sensibili alle istanze della ricerca della verità e della giustizia. In Tunisia, inoltre, l’associazione “La terre pour tous” porta avanti un interessante lavoro di supporto psicologico nei confronti dei parenti dei dispersi, e di sensibilizzazione nei confronti dei giovani tunisini, per evitare che si ripetano nuove tragedie nel Mediterraneo.
Viaggiano con noi anche sei storie:
[D] Un paio di scarpe e le sue impronte. Huellas de la memoria. Orme della memoria.
Queste, fanno parte di una mostra, un’opera collettiva, che dopo aver girato il Messico e l’Europa attraversa l’Italia. Potrete vederla a Verona dall’1 al 14, a Venezia dal 16 al 29 maggio e a Torino dall’1 al 14 giugno.
CarovaneMigranti ne avrà un paio che potrete “leggere” in una delle nostre tappe.
“Passo dopo passo li cercano. Le madri dei figli desaparecidos camminano di luogo in luogo, manifestano per le strade, vanno più volte agli uffici del governo, ripercorrono i posti dove hanno loro detto fossero passati i figli per l’ultima volta, da un lato all’altro senza incontrarli. Le loro scarpe sono consumate, ma loro non sono vinte. Questo ha visto lo scultore Alfredo López Casanova guardando le calzature delle madri che cercano i loro figli scomparsi e da qui nacque la sua proposta: Le Orme della Memoria.Ho avuto la fissa di vedere i loro passi, di vedere la distanza che c’è fra loro, il consumarsi delle suole, per questo mi sto arrovellando sul logorio delle suole e tutto quello che significa avere delle scarpe” confessò Alfredo López Casanova ” ( da un intervista di Fabrizio Lorusso).
(in Europa) https://www.facebook.com/Huellas-de-la-Memoria-1649505495280447/?fref=ts
(in Italia) https://www.facebook.com/ormedellamemoria/?fref=ts
[E] La Guida pratica per migranti e rifugiati di Welcome to Italy, che le Librerie Feltrinelli hanno stampato in 10.000 copie.
La distribuiremo anche in Carovana e parteciperemo a due presentazioni nelle librerie Feltrinelli di Torino e Roma. Rispettivamente il 12 e il 17 maggio.
Il Gruppo Feltrinelli, con l’associazione Il Razzismo è una brutta storia, sostiene 20 Maggio senza muri, la grande mobilitazione che attraverserà Milano il prossimo 20 maggio per sostenere gli ideali di accoglienza e solidarietà. Nelle librerie sarà presentata Welcome to Italy, guida pratica per migranti e rifugiati redatta in cinque lingue dalla rete indipendente Welcome to Europe e verrà proiettato un estratto da I am not your negro di Raoul Peck, documentario nomination agli Oscar 2017 (pubblicato in dvd nella collana Feltrinelli Real Cinema) per una riflessione sui temi della tolleranza e delle minoranze oppresse.
Welcome to Europe, la versione della guida in italiano: http://www.w2eu.info/italy.en.html
[F] Una cartolina da inviare al Presidente della Repubblica. Per non far calare il silenzio sulla scomparsa nel Mediterraneo dei giovani tunisini e dare una risposta alle famiglie.
Insistiamo con la Campagna DiteciDoveSono.
Per quanto tempo ancora oltre cinquecento famiglie tunisine dovranno rimanere senza risposta?
Implorano il nostro Paese per sapere della sorte dei loro famigliari partiti dalla Tunisia nella primavera del 2011. Alcuni sostengono, con delle prove fotografiche, che i loro figli sono sbarcati sulle nostre coste. Perché nessuno li ascolta? Perché non si dice loro la verità?
La cartolina http://bit.ly/2oMj220
e la Campagna su FB https://www.facebook.com/ditecidovesono/
[G] Il video di Pablo Ernesto Piovano El costo humano de los agrotoxicos;
Dal sito del Festival della fotografia Etica di Lodi un serie di link per approfondire meglio il tema sui danni del glifosato:
http://www.festivaldellafotografiaetica.it/pablo-ernesto-piovano-el-costo-humano-de-los-agrotoxicos/
e la pagina del Tribunal Monsanto che il 19 aprile scorso ha terminato i suoi lavori ritenendo la multinazionale responsabile “di crimini contro l’umanità ed ecocidio”:
http://www.monsanto-tribunal.org/main.php?obj_id=281601562
[H] L’appello all’Italia e all’Europa dell’Agenzia Habeshia. Un testo articolato ed estremamente documentato firmato da Don Mussie Zerai sul quale raccoglieremo adesioni http://bit.ly/2pzjQY2
[I] e una raccolta firme lanciata dal Forum Lampedusa Solidale, #Idirittisalvanovite per l’apertura di Corridoi Umanitari globali dalla Libia https://www.change.org/p/united-nations-i-diritti-salvano-vite-appello-per-l-istituzione-di-corridoi-umanitari-globali-dalla-libia
Non viaggiano con noi, ma li sentiamo molto vicini;
Ana Enamorado e Padre Alejandro Solalinde nei giorni della Carovana saranno in Italia e forse non riusciremo ad incrociarli. Loro a nord e noi a sud.
Padre Solalinde partecipò alla prima Carovana e Ana a quella dello scorso anno. Ana cerca instancabilmente suo figlio Oscar sparito in Messico nel tentativo di raggiungere gli Stati Uniti; è una preziosa attivista del Movimiento Migrante Mesoamericana e ora sarà con le orme delle sue scarpe la testimone che accompagnerà la Mostra Huellas de la Memoria prima a Verona e poi a Venezia.
Dal 3 al 12 maggio a Verona, all’ Accademia di Belle Arti, in Via Carlo Montanari 5, dalle 9.00 alle 17.00
Lucia Capuzzi ha invece raccolto la voce e la resistenza di padre Alejandro Solalinde in un libro che esce il prossimo 4 maggio. I narcos mi vogliono morto. Messico, un prete contro i trafficanti di uomini (Edizioni Emi, 2017 ). Padre Alejandro sarà qui in Italia per presentarlo.
6 maggio, Milano (Festival Diritti Umani); 8 maggio, Reggio Emilia; 9 maggio, Bolzano; 10 maggio Lecco; 11 maggio, Pesaro; 12 maggio, Verona…con Ana Enamorado, 13-14 maggio Udine, (Festival Vicino Lontano), 15 maggio, Modena; 17 maggio, Roma (Comunità di Sant’Egidio), 18 maggio, Torino (Salone del Libro e Libera); 19 maggio, Lucca; 20 maggio, Grosseto; 21 maggio, Milano; 22 maggio, Verbania; 23 maggio Parma e il 24 maggio a Vicenza per il Festival Biblico.
Se siete nelle vicinanze andate ad ascoltarli.
Sergio González Rodríguez
Se ne è andato troppo presto. Lo scorso tre di aprile. Ci teneva a dire, sempre con umiltà e sorridendo, che era un bassista prima che uno scrittore. Bassista di uno storico gruppo rock messicano, gli Enigma. Per noi un punto di riferimento, un fratello. Per molti una voce unica e limpida del giornalismo messicano e della letteratura.
“Ossa nel deserto”, il suo libro per Adelphi, che non potete non leggere, ha svelato per primo in Europa la terribile vicenda della scomparsa delle giovani ragazze a Ciudad Juárez. Indipendente, rigoroso, inarrestabile. Per primo, con pochi altri, denunciò le connessioni tra Governo messicano e narcotrafficanti, Per questo venne aggredito e rischiò la vita. Inascoltato, ma ben compreso da Roberto Bolaño in 2666, gridò al mondo che il cancro di Juárez si sarebbe esteso rapidamente a tutto il Messico. Come Ayotzinapa e le fosse comuni ci ricordano ogni giorno. E come purtroppo le tragedie mediterranee e balcaniche non dovrebbero farci dormire sonni tranquilli. Purtroppo non ancora tradotto in Italia “Campo de guerra, il saggio con cui Sergio vinse il prestigioso premio Anagrama nel 2014, sarebbe il testo che tutti dovremo leggere alla vigilia di questo G7 il primo della Trump.
Un maestro; è anche grazie a lui che la nostra piccola e debole Carovana è partita tre anni fa e ripartirà faticosamente anche questa volta.
note:
[1] http://www.lifegate.it/persone/news/intervista-ladio-veron-leader-guarani-kaiowa
[2] http://www.slowfood.com/sloweurope/it/tribunale-monsanto-emette-verdetto-lesi-diritti-umani-fondamentali/
[3] http://paraloup.it/ e la locandina dell’incontro http://bit.ly/2qa6KOh
[4] la locandina http://bit.ly/2qsajPd
[5] La storia della comunità è profondamente segnata da uno dei massacri da parte dell’esercito durante la guerra civile: all’interno di questa piccola comunità è avvenuto nel 1984, durante il quale sono state uccise 64 persone. Il “centro” della comunità è oggi costituito dalla Scuola Popolare che vive grazie alla solidarietà della Cooperativa Il Ponte di Giaveno, e al lavoro culturale inestimabile dell’Associazione Lisangà che ha invitato in Val Susa Gilberto Reynado;
[6] http://www.w2eu.info/italy.en.html
[7] http://www.rimaflow.it/ e la locandina dell’incontro http://bit.ly/2p7IQEg
[8] http://www.madeincastelvolturno.com/
[9] https://www.youtube.com/watch?v=65sKavHfEQ0 https://www.youtube.com/watch?v=iOpDnHvnPHU
[10] http://terraepartecipazione.blogspot.it/
[11] Il programma del Convegno all’Università di Bergamo http://bit.ly/2oM9uUL
[12] https://www.facebook.com/mondeggi.benecomune/
[13] http://www.apaccademia.it/
[14] http://ncocooperazione.com/
[15] https://www.youtube.com/watch?v=5iZ1J7qfIUg
[16] http://www.sosrosarno.org/
[17] https://nmenzulastrada.blogspot.it/ , Da SOS Mediterranee, Scrutare l’orizzonte e vedere quello che non avresti mai voluto http://bit.ly/2qi9ID3
[18] https://www.youtube.com/watch?v=3DVD2cmL67w
[19] http://www.meltingpot.org/Le-donne-delle-serre.html#.WQSeclPyhR0 e http://bit.ly/1vxd27l
[20] http://www.nomuos.info/
[21] http://www.mediterraneoantirazzista.org/
[22] https://www.facebook.com/Rete-Antirazzista-Catanese-468545723307207/
https://www.facebook.com/carovanemigranti/
LINK ALL’EVENTO:Programma della terza carovana per i diritti dei migranti