Iniziative NoG7

No al G7 di Taormina
Un altro mondo è necessario

Il 26 e 27 maggio prossimi, si svolgerà a Taormina il G7, la riunione dei capi di stato e di governo delle sette maggiori potenze mondiali (U.S.A., Canada, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia). In un mondo nel quale gli 8 uomini più ricchi dispongono di risorse uguali alla somma di quelle a disposizione di 3,6 miliardi di persone più povere, questa riunione servirà a ribadire differenze e privilegi. Servirà a confermare ed estendere gli scenari di guerra, la cosiddetta esportazione della democrazia, alimenterà le ingiustizie sociali e il razzismo: mentre i/le migranti muoiono le merci sono libere di circolare; non deciderà nulla, nonostante la drammatica crisi ambientale, per fermare la devastazione del pianeta.
Che Taormina ospiti questo vertice non è, perciò, motivo di vanto. Al contrario, ci sembra drammaticamente coerente con la logica di chi sta trasformando la Sicilia in una terra ostile all’accoglienza di donne, uomini e minori migranti (Frontex, Cara di Mineo e Hot spot), ma disponibile a subire i peggiori disastri ambientali (dai grandi impianti inquinanti, all’aumento di inceneritori e discariche), mentre si aggravano i processi di militarizzazione, sia rispetto alla circolazione delle idee (controllo della rete), sia disseminando l’Isola di basi militari, italiane, U.S.A. e N.A.T.O. (il MUOS di Niscemi, Sigonella, Augusta-Melilli, Trapani-Birgi, Pantelleria, Lampedusa). Infine, riteniamo che Taormina sia stata scelta seguendo una logica che vede i territori meridionali in condizioni sempre più subordinate, utili solo come luoghi nei quali smaltire scorie e installare discariche. Da mesi è in atto a Taormina/Giardini una crescente occupazione militare, che sta danneggiando la cittadinanza non solo economicamente, con la sola eccezione degli amici di un governo in grado solo di politiche antipopolari e liberticide.
Per questi motivi, ci mobilitiamo, e invitiamo tutte e tutti a mobilitarsi, perché, in nome di una Sicilia “terra di pace e di accoglienza”, il G7 trovi una radicale e diffusa opposizione sociale.

EVENTI:

Venerdì 26 alle ore 10 a Giardini in piazza Municipio Conferenza stampa

Venerdì 26 dalle 16,00 alle 19,30
Sabato 27 maggio dalle 9.00 alle 11,30
Controvertice dei popoli
Cinema King (via De Curtis, 14) Catania
Intervengono:
Maria Toma Li’Xi’l indigena maya – Guatemala
Fray Tomàa Gonzales Castillo Francescano – Messico
Lucia Borghi Borderline Sicilia
Piero Bernocchi Cobas
Luciano Manna Peacelink – Taranto
Stefania Tarantino Università di Napoli- Rete delle Città Vicine
Aboubakar Sumahoro Coalizione Sans Papiers – Usb
Imed Soltani Terre pour tous – Tunisia
Umberto Santino Centro Impastato
Pippo Gurrieri Coordinamento regionale dei Comitati NoMuos
Davide Carnemolla Welcome to Europe
Una rappresentante dell’UIKI – Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia
Un rappresentante di CarovaneMigranti

Venerdì 26 piazza Castello Ursino Serata No Frontex/NoG7
alle ore 20 ( di fronte all’ingresso del Castello Ursino) il Comitato Abitanti di Piazza Federico di Svevia incontra CarovaneMigranti,
dalle ore 21 nella piazzetta dei libri c/o Gammazita incontro con le/gli ospiti del controvertice dei popoli e CarovaneMigranti con video, musica, interventi, animazione artistica e cena sociale

Sabato 27 maggio Corteo a Giardini
Appuntamento alle ore 15,00 Terminal Bus di via Dioniso Giardini

Domenica 28 maggio alle ore 10 conclusione giornate NoG7 con assemblea c/o GAPA via Cordai 47

                                                              
Assemblea Regionale contro il G7
Coordinamento Regionale dei Comitati NoMuos
Rete Catanese contro il G7

Per partecipazioni: Evento Facebook Assemblea Regionale Contro G7

26 Serata NoFrontex-NoG7

 

 

 

 

 

 

Venerdì 26 Maggio – 20:00 – Piazza Federico di Svevia – 21:00 – piazzetta dei libri c/o Gammazita      

Catania città aperta all’accoglienza
No a Frontex! No al G7 di Taormina!

L’apertura a Catania della sede centrale della famigerata agenzia europea Frontex ha prodotto una crescente blindatura delle coste , degli sbarchi nei porti siciliani, alimentando una vergognosa campagna di criminalizzazione delle navi umanitarie, che dall’anno scorso hanno salvato decine di migliaia di vite; nel frattempo i governi europei addestrano e finanziano la Guardia costiera libica per impedire le partenze, procedendo verso una progressiva esternalizzazione delle frontiere della fortezza Europa fino ai confini a Sud della Libia, per far morire i migranti nel deserto del Sahara, lontano dai media e dai nostri occhi.
L’agenzia Frontex e l’operazione Eunavformed sono programmi militari dell’Unione Europea volti alla chiusura delle frontiere e al respingimento dei migranti, non hanno nulla a che vedere con l’accoglienza e il salvataggio delle vite di chi per fame, guerra e disperazione è costretto ad attraversare il Mediterraneo su gommoni insicuri . L’utilizzo di uno spazio pubblico, come il Monastero di Santa Chiara ( dove c’era l’Ufficio Anagrafe), per ospitare il quartier generale dell’agenzia militare Frontex è un insulto all’intera città che vede sempre più ridursi le strutture sociali destinate a scuole, a servizi pubblici, all’aggregazione. E’ vergognoso che il Sindaco Bianco si permetta di regalare uno degli immobili più importanti della città per il coordinamento di operazioni militari per il respingimento di migranti, inventandosi che si tratti di “accoglienza”; sosteniamo la campagna in corso fra gli abitanti di piazza Federico di Svevia per far tornare l’Ufficio Anagrafe in via Transito/piazza Maravigna
Durante il prossimo G7 a Taormina si discuterà soprattutto di guerra ed immigrazione e nell’ambito delle iniziative di protesta contro la crescente militarizzazione dei nostri territori (dall’entrata in funzione del Muos a Niscemi all’occupazione militare di Taormina e dintorni:

Venerdì 26 maggio in piazza Federico di Svevia alle ore 20 ( di fronte all’ingresso del Castello Ursino) il Comitato Abitanti di Piazza Federico di Svevia incontra CarovaneMigranti,dalle ore 21 nella piazzetta dei libri c/o Gammazita
incontro con le/gli ospiti del controvertice dei popoli e CarovaneMigranti con video, musica, interventi, animazione artistica e cena sociale.

Rete Catanese contro il G7, Rete regionale contro il G7

Per Partecipare: Evento Facebook

 

Presidio di Solidarietà alle Organizzazioni non governative

Giovedì 18 maggio ore 17:00 – presidio in via Etnea, angolo via Prefettura

Solidarietà alle navi umanitarie che hanno salvato migliaia di vite umane
Fermiamo la campagna di criminalizzazione nei loro confronti!
Condanniamo la vile provocazione dei fascisti!

Nella notte del 12 maggio all’interno del porto di Catania un gommone con a bordo 4 provocatori fascisti ha tentato di fermare la nave Aquarius di SOS Mediterranèe in partenza per un’operazione di soccorso. Se questi teppisti, alcuni venuti dall’Austria, appartenenti a “Generazione identitaria” arrivano a tanto è perché pensano di strumentalizzare ed esasperare un’ignobile campagna di diffamazione del prezioso intervento delle navi umanitarie. Chi ha interesse ad esasperare la situazione? Dalla fine dell’anno scorso l’agenzia Frontex e certi “servizi segreti” dei governi europei diffondono infamanti e false accuse di collusione con i trafficanti alle ONG delle navi umanitarie, purtroppo buona parte dei mezzi di comunicazione, anziché verificare l’attendibilità delle fonti e dei fatti hanno amplificato il clima d’intolleranza verso i soccorsi in mare, oggettivamente giustificando i deliri xenofobi di forze politiche apertamente razziste, nonostante la “istigazione all’odio razziale” sia un reato perseguibile in base alla legge Mancino (n.205 del ’93).
Di certo intanto ci sono solo le operazioni di “soccorso”, meglio di cattura, svolte dalle motovedette libiche in acque internazionali, nelle stesse acque nelle quali fino a poche settimane fa operavano le navi umanitarie con la copertura delle navi militari europee. Interventi di “soccorso” che assumono le modalità, ed hanno i risultati, di veri e propri respingimenti collettivi, perché operati d’intesa con le autorità italiane.
Le navi umanitarie sempre più spesso sono testimoni di veri e propri sequestri di persona in acque internazionali, operati dalle navi della guardia costiera libica. Ogni intervento dei libici, per bloccare i gommoni in fuga, è segnato da una lista infinita di morti e di dispersi senza nome. Ancora oggi, come nello scorso fine settimana, morti e dispersi, e la responsabilità non può essere fatta ricadere su chi soccorre, ma su chi ha ritirato le navi più a nord o esegue soccorsi tardivi.
Invitiamo l’associazionismo, i media e tutta la cittadinanza ad approfondire la conoscenza di questa tragica realtà ed a esprimere concretamente la propria Solidarietà alle ONG delle navi umanitarie sostenendo economicamente le loro attività.

Rete Antirazzista Catanese, Rete catanese contro il G7

Per maggiori informazioni:

http://www.a-dif.org/2017/05/14/accordi-tra-italia-e-libia-e-respingimenti-collettivi-in-acque-internazionali-cosa-si-nasconde-dietro-la-criminalizzazione-delle-organizzazioni-non-governative/

https://www.facebook.com/sosmeditalia/

http://www.nomuos.info/con-le-ong-delle-navi-umanitarie-per-uneuropa-dei-popoli/

Per partecipare: Evento Facebook

No al G7 di Taormina Appello alla mobilitazione e Assemblea Popolare – 13 maggio a Taormina

Il 26 e 27 maggio prossimi, si svolgerà a Taormina il G7, la riunione dei capi di stato e di governo delle sette maggiori potenze mondiali (U.S.A., Canada, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia). La riunione servirà a definire e coordinare linee comuni di intervento sui problemi fondamentali della politica e dell’economia mondiale. In un mondo nel quale gli 8 uomini più ricchi dispongono di risorse uguali alla somma di quelle a disposizione di 3,6 miliardi di persone più povere (in Italia l’1% della popolazione possiede un quarto di tutta la ricchezza nazionale), questa riunione, anche a causa del clima di caccia alle streghe imposto in USA da Trump contro i/le migranti, servirà a ribadire differenze e privilegi. Servirà a confermare ed estendere gli scenari di guerra, la cosiddetta esportazione della democrazia, con la complicità dell’Unione Europea che, di concerto con la NATO, pratica una politica interventista e guerrafondaia: mentre in Europa, come in Ucraina, riemergono logiche populiste e fasciste. Alimenterà le ingiustizie sociali e il razzismo: mentre i/le migranti muoiono le merci sono libere di circolare; non deciderà nulla, nonostante la drammatica crisi ambientale, per fermare la devastazione del pianeta. Voi G8 (in quel caso partecipava anche la Russia) noi 6 miliardi, si gridò a Genova, nel 2001.

Anche oggi ribadiamo che gli interessi delle grandi potenze capitalistiche non possono venire prima dei bisogni reali di uomini e donne, delle esigenze della terra, della salvaguardia dei beni comuni e della democrazia. Che Taormina ospiti questo vertice non è, perciò, motivo di vanto. Al contrario, ci sembra drammaticamente coerente con la logica di chi sta trasformando la Sicilia in una terra ostile all’accoglienza di donne, uomini e minori migranti (Frontex, Cara di Mineo, Hot spot), ma disponibile a subire i peggiori disastri ambientali (dai grandi impianti inquinanti, all’aumento d’inceneritori e discariche); mentre si aggravano i processi di militarizzazione, sia rispetto alla circolazione delle idee (controllo della rete), sia disseminando l’Isola di basi militari, italiane, U.S.A. e N.A.T.O. Infine, riteniamo che Taormina sia stata scelta seguendo una logica che vede i territori meridionali in condizioni sempre più subordinate, utili solo come luoghi nei quali smaltire scorie e installare discariche. Per questi motivi, ci mobilitiamo, e invitiamo tutte e tutti a mobilitarsi, perché, in nome di una Sicilia “terra di pace e di accoglienza”, il G7 trovi una radicale e diffusa opposizione sociale.

Sabato 13 maggio, ore 17,00 assemblea popolare a Taormina
Piazza S. Pancrazio(c/o porta Messina)

RETE CATANESE CONTRO IL G7

Comitato No Muos – No Sigonella, Cobas Scuola, La Città Felice, La Ragna-Tela, L.I.L.A., Rete Antirazzista CT, Partito Comunista Italiano CT, Partito della Rifondazione Comunista CT, Sinistra Anticapitalista CT, USB, Azione Civile, Coordinamento Democrazia Costituzionale-CT, Catania Bene Comune, OPEN MIND lgbt*, FEMMINISTORIE, CittàInsieme, Comitato Antico Corso, Comitato No Pua, Borderline Sicilia, Sinistra italiana-Ct,AGEDO, Animal Theatron , Sunia prov.Ct, collettivo Red Militant

Per Partecipare: Assemblea popolare a Taormina – Facebook

No al rispristino del poligono militare: Punta Izzo va tutelata e restituita ai cittadini

Il Ministero della Difesa, in risposta a un’interrogazione parlamentare del deputato Gianluca Rizzo, mercoledì scorso ha finalmente chiarito le reali intenzioni del governo e della Marina Militare sul futuro di Punta Izzo. In una nota firmata dal Sottosegretario di Stato delegato, l’onorevole Domenico Rossi, il Ministero ha infatti dichiarato che Punta Izzo rimane di «particolare interesse per la Marina Militare», essendo ancora in parte utilizzata «per attività addestrative periodiche che non richiedono l’uso di armi». A ciò ha aggiunto che «si sta valutando la possibilità di ripristinare l’uso del poligono» ufficialmente disattivo dal 1983, così confermando una notizia già diffusa un anno fa da alcune testate giornalistiche, dalla quale erano scaturite le legittime preoccupazioni e la mobilitazione di tanti cittadini e associazioni contrari alla ripresa delle esercitazioni militari a fuoco nel comprensorio costiero.
Quanto messo nero su bianco dal Ministero della Difesa sembra di fatto respingere l’istanza popolare, sostenuta da migliaia di cittadini, finalizzata alla smilitarizzazione, alla tutela eco-culturale e alla libera fruizione del comprensorio costiero di Punta Izzo.
Inoltre a Marzo di quest’anno, a due mesi da questa istanza popolare, ha fatto seguito la richiesta dell’Amministrazione Comunale di Augusta alla Marina Militare di attivazione della procedura per la smilitarizzazione del bene.
I programmi annunciati dal governo, cioè il possibile ripristino del poligono e l’utilizzo di una porzione di costa per esercitazioni militari, contraddicono palesemente i vincoli ambientali apposti nell’area dal Piano Paesaggistico della Regione Siciliana. Questo Piano infatti riconosce il massimo livello di tutela (3), in virtù delle straordinarie valenze naturalistiche e archeologiche, non solo a Punta Izzo ma all’intera fascia costiera che dal castello di Agnone si estende fino alle ex Saline Regina, prescrivendo un divieto assoluto di edificabilità e persino di effettuare movimenti di terra che possano trasformare i caratteri morfologici e paesistici. Per contro, lo stesso Piano obbliga le istituzioni ad attuare precisi interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico e tra questi: la conservazione dei valori naturali e della biodiversità, la tutela delle singolarità geologiche, la riqualificazione ambientale del litorale e la rinaturalizzazione dei tratti più o meno artificializzati con l’uso delle tecniche dell’ingegneria naturalistica, nonché l’eliminazione dei detrattori ambientali e il potenziamento della fruizione didattico-scientifica attraverso l’individuazione di itinerari naturalistici. A tutto ciò si aggiunga che l’area di Punta Izzo è attigua alle ex Saline Regina, cioè a un’importante area umida rifugio per l’avifauna, riconosciuta dall’Unione Europea come Sito d’Interesse Comunitario (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS), che verrebbe minacciata nei suoi naturali equilibri dalla ripresa delle esercitazioni a fuoco nel vicino poligono militare.
E’ pertanto evidente come tutte queste misure di tutela paesaggistica e il delicato contesto ambientale in cui s’inscrive Punta Izzo, siano semplicemente incompatibili con la destinazione dell’area per attività addestrative delle forze armate e con la stessa permanenza di un vincolo militare in loco. Occorre precisare in proposito che le opere e gli interventi a scopo di difesa non sono affatto esenti dal rispetto delle norme ambientali, a cominciare dalle procedure relative alla valutazione d’incidenza. Purtroppo, però, la realtà ci dimostra come in tutta la Regione Sicilia, da Niscemi a Erice passando per Agrigento, continuano a essere realizzate e si ampliano istallazioni e attività militari all’interno di riserve naturali e altre zone protette, in barba a leggi e direttive regionali, nazionali, europee e internazionali.
Per queste ragioni, esprimiamo il nostro dissenso nei confronti dell’indirizzo del governo nazionale con riferimento all’impiego militare del comprensorio costiero di Punta Izzo, che – ribadiamo – avviene in chiara violazione della normativa ambientale regionale e nazionale. Invitiamo, pertanto, il Ministero della Difesa a rivedere le proprie scelte, e l’Assessorato regionale Territorio e Ambiente della Regione Siciliana a intervenire per rivendicare il rispetto da parte del governo nazionale delle prescrizioni del Piano Paesaggistico Regionale. Per un esame approfondito della vicenda e per esporre in quella sede la rilevanza di queste argomentazioni tecniche e politiche, riteniamo opportuna l’immediata convocazione di un tavolo di confronto tra Comune di Augusta, Ministero della Difesa, Regione Siciliana, Agenzia del Demanio e Soprintendenza ai beni culturali di Siracusa, con la partecipazione anche di una rappresentanza del Coordinamento cittadino che si è fatto promotore della petizione popolare per la smilitarizzazione, la bonifica e la tutela di Punta Izzo.
Infine, invitiamo la cittadinanza alla giornata eco-culturale di domenica 7 maggio organizzata dal Coordinamento per Punta Izzo Possibile e dall’associazione Natura Sicula. Al paventato ripristino del poligono di tiro rispondiamo con un’iniziativa naturalistica e culturale che vuole essere un tributo alla bellezza di questo territorio e un’ulteriore spinta al desiderio collettivo di custodirlo, valorizzarlo e renderlo fruibile. Appuntamento alle ore 10 presso il parcheggio del Lungomare Granatello.
Augusta, 6 Maggio 2017
Coordinamento per Punta Izzo Possibile
Amministrazione Comunale di Augusta

Presidio alla base NATO di Lago Patria Fermiamo la Guerra

Sabato 13 maggio – Dalle ore 10:30 alle ore 13:30 -Base NATO di Lago Patria (via Madonna del Pantano, Giugliano)

FERMIAMO LA GUERRA

Dalla Siria all’Afghanistan, dall’Iraq alla Libia fino allo Yemen, le grandi potenze ed i loro alleati stanno seminando morte e distruzione al solo scopo di sottomettere questi paesi al proprio dominio.

La competizione tra i grandi predoni in corsa per una nuova spartizione del mondo sta determinando un’escalation militare che rischia di portarci ad un terzo conflitto mondiale nucleare.

L’Italia, attiva in tutti gli attuali fronti di guerra, sgomita esattamente come gli altri per difendere gli “interessi vitali” del capitale italiano. Le politiche interventiste del governo hanno trasformato il paese in una delle principali piattaforme militari di attacco della NATO.

In particolare Napoli, sede dei comandi logistici della VI flotta e della base di Lago Patria, è uno dei più importanti nodi strategici di questo strumento di guerra. Come se non bastasse, il Ministro Pinotti vuole trasformare l’Accademia della Nunziatella in una scuola di guerra per l’esercito europeo.

Napoli ed i suoi cittadini sono, dunque, un potenziale obiettivo militare.
Contro le aggressioni agli altri popoli
Contro l’aumento delle spese militari e le politiche interventiste del governo italiano
Contro la presenza di tutte le basi militari
Per il ritiro immediato delle truppe italiane all’estero
Riprendiamo la lotta contro la guerra ed il militarismo
Diciamo No a Napoli base di guerra

RETE CONTRO LA GUERRA E IL MILITARISMO
Aderiscono: Comitato contro le sanzioni alla Siria, Cobas Napoli, Comitato BDS Campania, CPS (Coordinamento Precari della Scuola) Napoli, Collettivo Red Link, Laboratorio Comunista Casamatta, Laboratorio Politico Iskra, Laboratorio Politico SKA, Mov. Lotta x il lavoro Banchi Nuovi, Officina 99, Partito Comunista Italiano-FGCI, Piattaforma Sociale Eurostop, Rete dei Comunisti, Rete campana salute e ambiente, Rifondazione Comunista – Federazione di Napoli, Scugnizzo liberato, Zero81.

Info per partecipare al presidio:
Da Napoli, Pulman ore 9,00 Via Galileo Ferraris (Hotel Ramada).
info: assembleanowar.na@gmail.com – tel. 3384207402

Evento social al seguente link: Presidio alla base NATO di Lago Patria Fermiamo la Guerra

Dalle Saline a Punta Izzo: percorso eco-culturale

Domenica 7 maggio – Dalle ore 10:00 alle ore 15:00 – Augusta

Un potenziale parco naturale, archeologico e letterario per i cittadini megaresi. Pregevole tratto di costa, attiguo alle saline di Augusta e ricco di natura, paesaggio, archeologia e storia, Punta Izzo è attualmente occupata da un’area militare che, malgrado non venga utilizzata per esercitazioni da oltre 20 anni, continua a essere presidiata per impedire la libera fruizione e balneazione. La realizzazione di un’area costiera libera è desiderio di migliaia di cittadini. Per comprenderne la valenza e l’opportunità della sua restituzione alla collettività, proponiamo non una camminata qualsiasi, ma un sentiero ‘possibile’ da tracciare insieme.

Organizzazione: Coordinamento per Punta Izzo Possibile e Natura Sicula onlus

Partecipazione gratuita

Durata: mezza giornata

PROGRAMMA

ESCURSIONE DIFFICOLTA’ 2/5
Raduno: ore 10:00 ad Augusta, saline Regina c/o parcheggio circolo Club Nautico

Guide: Fabio Morreale (guida naturalistica), Rosa Lanteri (archeologa), Stefania Serra (geologo), Valeria Paci (docente lettere)

Pranzo al sacco

PAESAGGI NEGATI, BELLEZZE DISARMANTI
Reading collettivo: parole, note, gesti per Punta Izzo Possibile

Durante questo momento culturale, con vista sul bellissimo panorama di Punta Izzo, ci sarà un microfono aperto alla lettura e alla libera condivisione di pensieri o contributi letterari, poetici, musicali, teatrali e artistici dei partecipanti. Vi proponiamo solo una traccia: Paesaggi negati, bellezze disarmanti… Lasciatevi ispirare!

Adatto ai bambini

Con le ONG delle navi umanitarie per un’Europa dei popoli

Sul banco degli imputati ci vadano Frontex e le politiche razziste dei governi!

Le associazioni antirazziste e solidali denunciano da anni l’eccidio delle/i  migranti che, in assenza di canali legali per sfuggire alla condizione di miseria e di violenza dei paesi d’origine, si affida al mare Mediterraneo per raggiungere un’Europa che immagina accogliente e democratica.

Le vittime documentate dei naufragi, causati quasi sempre dalle pessime condizioni dei gommoni e dalla militarizzazione del nostro mare, sono in costante ascesa,  5000 nell’ultimo anno ed oltre 1000 nel 2017.

Ma l’Unione Europea, invece di prendere atto del fallimento delle sue politiche sempre più liberticide, continua a respingere  militarizzando il Mediterraneo, le coste ed  i nostri territori, noncurante dei diritti sanciti dalle Costituzioni dei paesi membri e dal Diritto internazionale.

Le forze politiche poi, invece di proporre soluzioni, cavalcano l’emergenza immigrazione per trovare consenso elettorale, soprattutto tra coloro che vivono una condizione di disagio sociale, aizzando il razzismo dei penultimi.

E’ quanto è successo nelle ultime settimane in seguito alle dichiarazioni del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro che, riprendendo le analisi contenute nel rapporto di Frontex, presentato alla fine del 2016, ha accusato con generiche insinuazioni le Organizzazioni non governative, che soccorrono i migranti nel Mediterraneo,  di favorire, loro malgrado in alcuni casi, l’immigrazione clandestina, se non, in altri casi, di essere colluse addirittura con i trafficanti; proprio l’opposto della realtà, visto che i trafficanti e le mafie mediterranee si stanno arricchendo grazie alle leggi liberticide della fortezza Europa.

Le dichiarazioni del procuratore Zuccaro sono state sostenute da esponenti della politica quali Di Maio e Salvini, che ne hanno immediatamente approfittato per una ignobile campagna elettorale, ricercando consenso fra quanti, grazie alla disinformazione e alle pessime politiche di accoglienza messe in atto dai governi, sono convinti di stare vivendo una vera e propria invasione, mentre l’Italia e l’Europa accolgono un centesimo di migranti rispetto a quanti ne accoglie il Libano!

In attesa delle  audizioni del procuratore Zuccaro  esprimiamo la nostra solidarietà alle ONG, a cui riconosciamo il merito non solo di salvare concretamente molte vite umane ma anche di costituire una testimonianza insostituibile di quello che accade quotidianamente  nel Canale di Sicilia e sulle coste libiche, proprio quando l’UE finanzia ed arma la guardia costiera libica per impedire le partenze dei migranti; Frontex sta progressivamente riducendo gli interventi di ricerca e soccorso perché considera prioritario bloccare militarmente le partenze e  blindare  i confini.

In questo grave momento in cui stanno crescendo inquietanti scenari  di intolleranza e di odio razziale, ci impegniamo a batterci  affinchè sul  banco degli imputati ci vada chi ha orchestrato questa montatura, amplificata da un vergognoso squadrismo mediatico.

Nel Mediterraneo mai più naufragi, l’Europa fortezza è causa delle stragi!

 

Rete antirazzista Catanese, Rete provinciale catanese contro il G7

 

Info-adesioni: catanianofrontex@gmail.com

Contattaci

Per maggiori informazioni e ulteriori adesioni vi invitiamo a contattarci alla seguente email: coordinamentocataniacontroilg7@inventati.org

NO AL G7 DI TAORMINA

Il 26 e 27 maggio prossimi, si svolgerà a Taormina il G7, la riunione dei capi di stato e di governo delle sette maggiori potenze mondiali (U.S.A., Canada, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia). La riunione servirà a definire e coordinare linee comuni di intervento sui problemi fondamentali della politica e dell’economia mondiale. In un mondo nel quale gli 8 uomini più ricchi dispongono di risorse uguali alla somma di quelle a disposizione di 3,6 miliardi di persone più povere (in Italia l’1% della popolazione possiede un quarto di tutta la ricchezza nazionale), questa riunione, anche a causa del clima di caccia alle streghe imposto in USA da Trump contro i/le migranti, servirà a ribadire differenze e privilegi. Servirà a confermare ed estendere gli scenari di guerra, la cosiddetta esportazione della democrazia, con la complicità dell’Unione Europea che, di concerto con la NATO, pratica una politica interventista e guerrafondaia: mentre in Europa, come in Ucraina, riemergono logiche populiste e fasciste. Alimenterà le ingiustizie sociali e il razzismo: mentre i/le migranti muoiono le merci sono libere di circolare; non deciderà nulla, nonostante la drammatica crisi ambientale, per fermare la devastazione del pianeta. Voi G8 (in quel caso partecipava anche la Russia) noi 6 miliardi, si gridò a Genova, nel 2001. Anche oggi ribadiamo che gli interessi delle grandi potenze capitalistiche non possono venire prima dei bisogni reali di uomini e donne, delle esigenze della terra, della salvaguardia dei beni comuni e della democrazia. Che Taormina ospiti questo vertice non è, perciò, motivo di vanto. Al contrario, ci sembra drammaticamente coerente con la logica di chi sta trasformando la Sicilia in una terra ostile all’accoglienza di donne, uomini e minori migranti (Frontex, Cara di Mineo, Hot spot), ma disponibile a subire i peggiori disastri ambientali (dai grandi impianti inquinanti, all’aumento d’inceneritori e discariche); mentre si aggravano i processi di militarizzazione, sia rispetto alla circolazione delle idee (controllo della rete), sia disseminando l’Isola di basi militari, italiane, U.S.A. e N.A.T.O. Infine, riteniamo che Taormina sia stata scelta seguendo una logica che vede i territori meridionali in condizioni sempre più subordinate, utili solo come luoghi nei quali smaltire scorie e installare discariche. Per questi motivi, ci mobilitiamo, e invitiamo tutte e tutti a mobilitarsi, perché, in nome di una Sicilia “terra di pace e di accoglienza”, il G7 trovi una radicale e diffusa opposizione sociale.

Premessa

Il G7 ha come protagonisti i capi di stato e di governo dei paesi più industrializzati che, seppure in competizione fra loro, sono uniti dalla volontà di accentrare risorse e potere nelle mani di pochi, facendoci subire in ogni ambito scelte volutamente inique e saccheggiatrici, al punto tale che negli ultimi decenni sono state rimesse in discussione conquiste e diritti sociali ottenuti in circa 200 anni di lotte. Oggi, ogni scambio in qualsiasi ambito del vivere comunitario viene sistematicamente “mercificato”, imponendo unicamente l’ingiusta logica del “massimo profitto”, ottenibile solo tramite un crescente e vergognoso sfruttamento del lavoro di ogni donna e di ogni uomo e dell’ecosistema dei nostri territori. Le decisioni politiche avvengono in luoghi sempre più ristretti, rendendo inaccessibile qualsiasi reale e diretto intervento politico a intere popolazioni. In questo quadro, crisi, repressione e guerre abitano il presente e, se le cose non cambieranno, il futuro. Noi non siamo disponibili a subire tutto ciò in silenzio. Contestiamo radicalmente il G7 e proponiamo, sui temi più significativi, progetti alternativi e “possibili”.

Lavoro e diritti

L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro e su esso basa lo sviluppo del proprio tessuto economico e sociale. Le politiche messe in atto dai governi Italiani negli ultimi anni hanno prodotto riforme pessime, come la Riforma del mercato del 2011, la cosiddetta “Buona scuola” ed il Jobs Act del 2015, che hanno eroso lo stato sociale e aggravato le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici, causando l’aumento della disoccupazione e del precariato e colpendo in modo trasversale i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. L’occupazione femminile ha tenuto meglio di quella maschile durante la crisi. Gli uomini hanno perso quasi un milione di occupati, le donne presentano un segno leggermente positivo. Notizia di pochi giorni fa è quella che il 70% delle famiglie italiane si reggono sul lavoro delle componenti femminili della famiglia. Ma la leggera crescita dell’occupazione femminile nel periodo di crisi è avvenuta al prezzo di un peggioramento della qualità del lavoro delle donne: è aumentato il part-time involontario, la sovra-istruzione e sono aumentate le professioni non qualificate mentre sono diminuite quelle tecniche. La Sicilia è una delle aree dell’UE maggiormente colpita da queste politiche neo-liberiste, lo confermano i tassi di disoccupazione fortemente allarmanti: 21,9% dato generale e 55,9% nell’età compresa tra i 20 e 35 anni. La vocazione dell’isola, prevalentemente agricola e turistica, è stata mortificata da politiche economiche fortemente condizionate dalla presenza della mafia e subordinate agli interessi delle multinazionali, che, dopo aver sfruttato risorse e lavoratori, hanno abbandonato il territorio lasciando dietro di sé il deserto: devastazioni ambientali e disoccupazione. E’ in atto nel Mezzogiorno d’Italia, in Sicilia più che altrove, un rafforzamento della grande azienda capitalistica, che si giova dei finanziamenti comunitari, mediati dagli intrecci mafiosi-clientelari regionali, della diffusione del caporalato e del lavoro schiavistico, compromettendo l’attività delle aziende contadine. Il commercio è fortemente penalizzato da un sistema di trasporti molto arretrato ed è monopolizzato dall’ingombrante e diffusa presenza di centri commerciali. Il turismo risente della carenza di infrastrutture e della cattiva gestione del ricco patrimonio storico, culturale e paesaggistico presente in Sicilia. A peggiorare la situazione contribuiscono le trivellazioni (a terra e in mare) e la diffusissima presenza di basi e servitù militari. Anche la Scuola pubblica, in Sicilia, è stata colpita in modo particolare dalla controriforma renziana: alti tassi di dispersione (circa 70,000 studenti in meno dal 2007), strutture fatiscenti (80% degli edifici scolastici risultano inagibili), “deportazione” di migliaia di docenti al Nord per la mancanza di posti di lavoro soprattutto sul sostegno e sul tempo pieno (su 15.075 docenti entrati in ruolo,9.718 sono stati costretti a trasferirsi fuori dall’isola). Per questo ci opporremo fermamente al prossimo G7, al progressivo smantellamento dell’apparato produttivo, e facciamo appello a lottare per valorizzare l’economia, le risorse e le intelligenze locali, per dare un presente ed un futuro alle nuove generazioni, nel pieno rispetto dei diritti di tutti i lavoratori e le lavoratrici.

Energia e Territori 

La “lotta ai cambiamenti climatici”, insieme alla “sostenibilità ambientale”, sono gli impegni che sulla carta, e da decenni, i leader degli Stati più industrializzati del mondo dichiarano, senza mai raggiungerli, e ciò a causa della subordinazione a un sistema socio-economico in cui la natura è considerata mera “risorsa”, da sfruttare e mercificare per il profitto di pochi (il famoso 1%), anziché un bene comune. Nella realtà, le politiche energetiche sono al servizio delle lobby industriali e fatte di finanziamenti per decine di miliardi di euro alle centrali da fonti fossili (petrolio, carbone, gas), cioè alla causa principale dei cambiamenti climatici. In questa direzione, un ulteriore segnale negativo è dato dai recenti sviluppi e dalla progressiva globalizzazione del mercato del GNL (gas naturale liquefatto, un gigantesco business che, fra l’altro, disseminerà di terminal GNL costieri i principali porti mediterranei. Queste scelte determinano: danni irreversibili alla salute delle popolazioni e crescenti fenomeni migratori (aumento delle temperature, inondazioni, siccità, desertificazione)

Discariche e inceneritori, trivelle e deforestazioni, impianti inquinanti e scorie pericolose sono le minacce più comuni, per l’uomo e per l’ambiente, contro le quali le comunità resistono in tutto il mondo per riaffermare il diritto all’autodeterminazione popolare e a un’esistenza libera, dignitosa e in armonia con la natura. Diciamo basta ai soprusi generati dalla grande industria, con la complicità delle istituzioni, per fermare la distruzione dei territori, rivendicare bonifiche e riconversione ecologica delle economie, rimettere al centro le persone e rifiutare il ricatto occupazionale che contrappone la prospettiva di un reddito, spesso precario e senza tutele, al diritto di vivere in un ambiente sano, pulito e sicuro.

L’agricoltura contadina e la sovranità alimentare

L’agricoltura contadina ha oggi un’importanza fondamentale nel contribuire in modo sostanziale alla soluzione di alcuni grandi problemi che affliggono il nostro mondo. Il 70% del cibo grazie al 30% dello spazio agricolo viene prodotto attraverso l’agricoltura contadina, mentre l’agroindustria occupa il 70% dello spazio e il 30% della produzione di cibo, con costi enormi, e gravi danni all’ambiente. Inoltre, i paesi che rappresentano il G7, più l’Unione Europea, portano avanti un modello economico che opprime i contadini. I grandi investimenti dell’agro-industria hanno un effetto significativo sulla riduzione della capacità dei piccoli produttori accaparrando le terre, controllando i mercati, monopolizzando l’accesso alle risorse naturali, privatizzando le risorse genetiche, limitando la biodiversità ai parametri commerciali, promovendo l’utilizzo di sostanze chimiche tossiche nei processi produttivi. La sovranità alimentare rappresenta “il diritto” dei popoli, delle comunità e dei Paesi di definire le proprie politiche agricole, del lavoro, della pesca, del cibo e della terra, in un quadro appropriato sul piano ecologico, sociale, economico e culturale, rispettoso delle specificità di ogni singola realtà. In Sicilia, già “granaio dell’impero”, l’agricoltura è stata scientificamente “depressa”, con il conseguente abbandono di vaste aree di terreni, l’aumento dello sfruttamento dei braccianti, l’esplosione del lavoro nero, il caporalato, il recente utilizzo schiavista delle braccia delle sorelle e dei fratelli migranti ed il controllo mafioso del territorio.

Sicilia avamposto di guerra
L’Italia ha subito dal dopoguerra, ma con forte accelerazione negli ultimi anni, una sempre crescente militarizzazione del territorio. Tale fenomeno, non dovuto all’ incremento delle difese nazionali, dipende dalle servitù militari costituite in favore di organismi sovranazionali, in particolare NATO, e delle forze armate statunitensi. Già da tempo le installazioni militari straniere sul nostro territorio hanno superato il centinaio. Ciò, oltre a rendere l’Italia un obiettivo sensibile sotto un profilo bellico, ci ha stretti in una rete di alleanze e accordi di collaborazione che ci costringe alla partecipazione ad interventi militari del tutto contrari ai principi dell’art. 11 della nostra Costituzione, ad acquisti e vendite di armamenti che pesano enormemente sulla nostra economia e che favoriscono solo i profitti del complesso militare-industriale (vedi Finmeccanica). Per acquisti di armamenti e missioni militari vengono spesi giornalmente 64 milioni di euro ( 23,3 miliardi di euro annui), sottratti alla cura dei malati, all’istruzione, alla tutela del lavoro, del territorio, dei beni artistici. La Sicilia, col MUOS e con il prossimo allargamento di Sigonella, già principale base aerea per droni (micidiali aerei senza pilota) di tutto il bacino mediterraneo, rappresenta il simbolo della presenza militare Usa-Nato nel nostro territorio. Presenza consentita in dispregio delle norme costituzionali e della volontà dei cittadini che ci costringe anche all’ospitalità di arsenali nucleari, non voluti per referendum. Noi proponiamo di mobilitarci per la smilitarizzazione dei nostri territori e per l’uscita dell’Italia dalla Nato di contrapporre ad un’economia di guerra, esclusione e militarizzazione delle frontiere, un’economia di pace, accoglienza ed inclusione, come ineludibile corollario del riconoscimento dei diritti umani, d’asilo e per liberare l’umanità dalla barbarie della guerra e del razzismo.

La Sicilia frontiera sud della Fortezza Europa 

Da decenni la Sicilia, per la sua collocazione geo-strategica, è sempre più la frontiera di terra più a sud della fortezza Europa, anche se la progressiva esternalizzazione delle frontiere coinvolge i paesi del Nord Africa e i governi europei, oltre a “formare” la guardia costiera libica per impedire la partenza di uomini, donne e minori migranti, stanno pensando di blindare la frontiera sud della Libia per bloccare (e far morire) i migranti nel deserto del Sahara. La nostra Isola è sempre più coinvolta nella sperimentazione di nuove politiche di guerra ai/alle migranti, sia attraverso la crescente militarizzazione dei salvataggi e degli sbarchi, sia con la proliferazione di centri di “accoglienza” funzionali al mega-business degli amici degli amici (vedi Mafia capitale per il Cara di Mineo). Oramai, prima della salvaguardia della salute psicofisica delle e dei migranti appena sbarcati, ai tutori dell’ordine ed agli ispettori di Frontex interessa la “sicurezza contro il terrorismo”, s’infliggono così lunghe ore d’attesa, a volte sotto la pioggia, ai migranti prima di scendere in banchina per le operazioni d’identificazione, riconoscendo esplicitamente anche l’uso della forza per prendere le impronte digitali. In occasione del prossimo G7 a Taormina, centro dell’agenda politica internazionale vi sarà la crescita delle politiche di guerra ai migranti attizzando fratricide guerre fra poveri e ai poveri con il pretesto della difesa della “nostra” sicurezza minacciata dall’invasione di “orde islamiche”. Un motivo di più per mettere al centro dell’agenda politica dei movimenti sociali la solidarietà internazionalista fra i popoli contro il neoliberismo, le guerre e la nuova apartheid. Noi proponiamo di contrapporre ad un’economia di guerra, esclusione e rafforzamento delle frontiere, un’economia di pace ed inclusione, come ineludibile corollario del riconoscimento dei diritti e della libertà di uomini e donne”.

RETE CATANESE PROVINCIALE CONTRO IL G7

La Rete si è articolata attraverso assemblee pubbliche, provinciali e regionali e, al suo interno, con quattro tavoli tematici che hanno prodotto questa sintesi del documento-appello che stiamo diffondendo a livello provinciale, regionale e nazionale assieme agli eventi di cui vi terremo in tempo reale aggiornati.

sottoscrivono:

Comitato No Muos – No Sigonella, Cobas Scuola, La Città Felice, La Ragna-Tela, L.I.L.A., Rete Antirazzista CT, Partito Comunista Italiano CT, Partito della Rifondazione Comunista CT, Sinistra Anticapitalista CT, Federazione di Catania USB, Azione Civile, Coordinamento Democrazia Costituzionale-CT, Catania Bene Comune, OPEN MIND lgbt, FEMMINISTORIE assieme alle tantissime individualità che hanno dato vita alla “RETE CATANESE CONTRO IL G7”.

Per informazioni e nuove adesioni contattare: coordinamentocataniacontroilg7@inventati.org